
Interpreti e ruoli
Thomas Solivéres (Edmond Rostand), Olivier Gourmet (Constant Coquelin), Mathilde Seigner . (Maria Legault), Tom Leeb (Léo Volny), Alice de Lencquesaing (Rosemonde Gérard), Dominique Pinon (Lucien), Simon Abkarian (Ange Fleury), Marc Andreoni (Marcel Floury)
Soggetto
Dicembre 1897. A Parigi Edmond Rostand, giovane drammaturgo reduce da alcuni memorabili insuccessi, cede all’invito del celebre attore Costance Coqueline e accetta di scrivere una commedia da mettere in scena nel giro di tre settimane…
Valutazione Pastorale
Il racconto della messa in scena di un testo destinato a diventare il più rappresentato nella storia del teatro francese è organizzato e proposto con un approccio di forte verità e di crescente emozione. “Ancora oggi nessuno – dice il regista nelle note introduttive- lo identifica come un luogo polveroso, barboso e pomposo. Al contrario il teatro è il luogo per antonomasia del sogno e dello straordinario. Penso che il teatro non sia un’arte che si pone in contrapposizione al cinema. Entrambi si possono amare, mescolare tra loro e frequentare la stessa passione.” E’ certamente indovinata l’idea di incorniciare il testo nelle tempeste e nelle ansie della sua creazione, le mille difficoltà patite da Rostand e i mille ostacoli superati, ingoiando rifiuti, dinieghi, ripensamenti. E’ ben descritto l’avvicinamento alla ‘prima’ in un clima di crescente incertezza, di stimolante confusione, di contraddizioni all’apparenza insuperabili. Il tutto poi nella cornice di una Parigi che, all’aprirsi del XX secolo ha proprio la veste della città da esposizione universale. Ne viene fuori un Cyrano di Bergerac (teatro) vecchio eppure sempre incredibilmente nuovo e moderno. Grazie ad una regia (il cinema, quindi) di grande intensità e bellezza formale. Quando teatro e cinema fanno a gara a chi è più vicino alla finzione e quindi ‘assomiglia’ di più alla vita. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, brillante e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come proposta per riflettere, ma in maniera leggera e divertente, sull’eterno, infinito, inesauribile rapporto tra cinema e teatro.