El Jockey

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Carcere, Denaro, Droga, Famiglia, Gangster, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Sport
Genere
Commedia, Grottesco
Regia
Luis Ortega
Durata
97'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Argenina, Danimarca, Messico, Spagna, Stati Uniti
Titolo Originale
El Jockey
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Luis Ortega, Rodolfo Palacios, Fabián Casas
Fotografia
Timo Salminen
Musiche
Sune Rose Wagner
Montaggio
Rosario Suárez, Yibrán Asuad
Produzione
Benjamín Domenech, Santiago Gallelli, Matías Roveda, Luis Ortega, Esteban Perroud, Axel Kuschevatzky, Cindy Teperman, Charlie Cohen, Paz Lázaro, Nando Vila, Benicio Del Toro, Isaac Lee, Ron Broitman, Federico Frágola, Phin Glynn, Delfina Montecchia, Martín Fisner. Casa di produzione: Rei Pictures, El Despacho, Infinity Hill, Exile, Warner Music Entertainment

In Concorso all'81a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2024)

Interpreti e ruoli

Nahuel Pérez Biscayart (Remo Manfredini), Ursula Corbero (Abril), Daniel Gimenez Cacho (Sirena)

Soggetto

Buenos Aires, il fantino di successo Remo Manfredini vive un momento di stallo, tra dipendenze, smarrimenti e pressioni legate al ricatto del boss mafioso Sirena. Anche la sua relazione con la collega Abril sembra traballare, nonostante i due aspettino un figlio. In seguito a un incidente e smottamenti della memoria, l’uomo finisce in carcere…

Valutazione Pastorale

Classe 1980, il regista argentino Luis Ortega (“L’angelo del crimine”, la serie Tv “Narcos: Messico”) si è presentato in Concorso a Venezia81 (2024) con un racconto metaforico ironico e surreale. È “El Jockey”, scritto dallo stesso Ortega insieme a Rodolfo Palacios e Fabián Casas. Protagonisti Nahuel Pérez Biscayart e Úrsula Corberó. Il film è nelle sale dal 17 luglio 2025 con Lucky Red.
La storia. Buenos Aires, il fantino di successo Remo Manfredini vive un momento di stallo, tra dipendenze, smarrimenti e pressioni legate al ricatto del boss mafioso Sirena. Anche la sua relazione con la collega Abril sembra traballare, nonostante i due aspettino un figlio. In seguito a un incidente e smottamenti della memoria, l’uomo finisce in carcere…
“Lo scontro tra il mondo interiore e quello esteriore – ha commentato il regista – è il campo di battaglia su cui si svolge il film. Tanto più intenso il mondo interiore del personaggio, quanto più violento lo scontro con l’esterno. In cerca della salvezza, il fantino cambierà più volte identità, cercando di raggiungere la libertà grazie all’una o all’altra. Ma sono tutte identità tormentate. Per essere liberi dobbiamo uccidere uno per uno tutti i nostri personaggi”. Ortega disegna un racconto giocato tra realtà e metafora, tra sberleffo e critica sociale, dove in campo troviamo l’esistenza ondivaga e bislacca di un fantino di successo che ha perso l’incanto, la sua capacità di vincere (e di vivere). È assalito da debiti e pressioni, si aggrappa ripetutamente alla bottiglia, procedendo senza meta. Disastrosamente.
Il registro prevalente è comico-grottesco, anche se sottotraccia si colgono le infelicità di una società che vive di espedienti. Con soluzioni che sembrano omaggiare la leggerezza narrativa di Aki Kaurismäki, l’opera di Ortega incede stancamente e senza troppa convinzione, messa in sicurezza dall’interpretazione generosa di Nahuel Pérez Biscayart. Film complesso, problematico.

Utilizzazione

Il film richiede la presenza di un pubblico adulto.

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