
Orig.: Francia/Polonia/Germania (2011) - Sogg. e scenegg.: Tine Byrckel, Malgorzata Szumowska - Fotogr.(Scope/a colori): Michal Englert - Mus.: Pawel Mykietyn - Montagg.: Francoise Tourmen, Jacek Drosio - Dur.: 96' - Produz.: Olivier Guerbois, Johannes Rexin, Marianne Slot - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.
Interpreti e ruoli
Juliette Binoche (Anne), Anais Demoustler (Charlotte), Joanna Kulig (Alicja), Louis Do de Leacquesaing (Patrick), Krystyna Janda (madre di Alicja), Ali Marhyar (Said), Jean Marie Binoche (padre di Anne), Francois Civil (Florent), Pablo Beuquet (Stéphane), Valérie Dréville (madre di Charlotte), Laurence Ragon . (Colette)
Soggetto
A Parigi Anne, giornalista di una famosa rivista femminile, sta conducendo un'inchiesta sulle ragazze che, per far fronte alle difficoltà economiche dello studio e della vita quotidiana, accettano di prostituirsi. Conosce così Charlotte e Alicja, che le raccontano episodi ed esperienze. Quando torna a casa, Anne ha molti problemi col marito Patrick, col figlio adolescente, e con quello più piccolo. Entrando più da vicino nelle giornate delle due ragazze e colpita dalla loro naturalezza e soddisfazione, Anne osserva quel mondo con maggiore attenzione, e a poco a poco ne resta coinvolta e affascinata. Cambia così atteggiamento, e si senta disposta ad affrontare meglio i disagi familiari.
Valutazione Pastorale
Quello delle ragazze che nella grande città hanno bisogno di soldi e scelgono la scorciatoia della prostituzione, attivata soprattutto via internet, è fenomeno reale e attuale. Si potrebbe aggiungere che metterlo al centro di un racconto diventa la facile riprova delle intenzioni degli autori. In questo caso la polacca Szumowska fa grande sfoggio in cabina di regia di soluzioni narrative da cinema sperimentale, con toni anticonvenzionali e risvolti psicologici. La patina formale tuttavia non riesce a nascondere tutto il resto, anzi ne aggrava il peso: l'insieme di erotismo, perversioni e compiacimenti sessuali vari confenziona un voyeurismo costante e insistito che esclude ogni minimo accento di denuncia o di distacco. Anzi, finisce che la protagonista si convince che il 'lavoro' di quelle ragazze è l'unico modo per rendere sopportabili gli inevitabili, conformistici e prevedibili grigiori del menege familiare. Un quadro artificioso e fin troppo falso per un film che, dal puntom di vista pastorale, è da valutare come sconsigliato/non utilizzabile e del tutto negativo.
Utilizzazione
è da escludere sia in programmazione ordinaria sia in altre occasioni. Molta attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di uso di dvd e di altri supporti tecnici.