
Il film ha vinto il Leone d'argento per la miglior regia alla Mostra internazionale d'Arte Cinematografica Venezia 2018; Premi Cesar 2019 per la regia, fotografia e scenografia.
Interpreti e ruoli
John C.Reilly (Elia Sisters), Joaquin Phoenix (Charlie Sisters), Jake Gyllenhaal (John Morris), Riz Ahmed (Hermann Kermit Warm), Johannes Haukur Johannesson (Il Cacciatore di Teste), Rutger Hauer (Il Commodore), Carol Kane (La signora Sisters)
Soggetto
Negli Stati Uniti di metà Ottocento, i fratelli Sisters sono due cacciatori di taglie al seguito di un giovane cercatore d’oro. Lo inseguono in un lungo viaggio dall’Oregon alla California, passando attraverso varie e imprevedibili disavventure con nemici e pericoli costantemente in agguato…
Valutazione Pastorale
Nello scenario ben noto del western classico, ecco un approccio non convenzionale alla mitologia del mito della frontiera. A curarlo c’è Jacques Audiard, regista francese ormai di culto per i suoi film, quali “Il profeta”, Un sapore di ruggine e di ossa” e “ Dheepan”, Palma d’oro a Cannes 2015. Presentato alla 75ᵃ Mostra del cinema di Venezia e interpretato dai sempre ottimi John C. Really e Joaquim Phoenix, Audiard, da europeo che gioca ‘in trasferta’, affronta con coraggio l’avventura verso l’ignoto, pronto a affrontare ostacoli e rischi, a sfidare imprevisti, a superare le peripezie nascoste nei grandi spazi. Accanto alla capacità di sopravvivenza, il copione si apre a confidenze e riflessioni sulla vita: quel mondo, soprattutto rurale e arcaico, sta ormai cambiando, si sta aprendo alla modernità, cogliendo lo spirito dell’ America del vecchio West e insieme il suo inesorabile cambiamento. Tra i due fratelli, Eli, stanco di tanta violenza, sogna una vita diversa, più tranquilla, magari una casa e una famiglia. E’ la voglia di riscatto che induce a valorizzare la vita che resta. Un finale aperto all’ottimismo, che imita quella dell’inizio di ‘Sentieri selvaggi’ con la porta che si spalanca sulla infinita prateria (l’omaggio a Ford forse è fin troppo pretenzioso ma disegna bene confini e limiti di Audiard). Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e segnato da passaggi poetici.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successiva occasioni per un pubblico più selezionato, appassionato del genere ‘western’ in tutte le sue declinazioni, anche insolite e un po’ crude.