
Orig.: Italia (2008) - Sogg.: Massimo Venier, Simone Herbert Paragnani, Federica Pontremoli, liberamente ispirato al libro omonimo di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa (collaborazione ai dialoghi: Fabio Di Iorio) - Scenegg.: Massimo Venier, Federica Pontremoli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Italo Petriccione - Mus.: Giuliano Taviani, Carmelo Travia - Montagg.: Carlotta Cristiani - Dur.: 101' - Produz.: Andrea Leone, Raffaella Leone in collaborazione con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Alessandro Tiberi (Matteo), Valentina Lodovini (Beatrice), Carolina Crescentini (Angelica), Francesco Mandelli (Francesco), Francesco Brandi (Faustino), Francesca Inaudi (Valentina), Paolo Villaggio (professore), Roberto Citran (taxista), Lucia Ocone (impiegata), Natalino Balasso (Landolfi), Steffan Boje (Mark), Cecilia Brogini (donna in aula magna), Giorgia Senesi . (commessa al duty free)
Soggetto
A Milano Matteo, 30 anni, laureato con la passione per la matematica, sta per concludere il suo contratto nel settore marketing di una grande azienda. Nella casa dove vive con Francesco, arriva per sbaglio Beatrice che però finisce per fermarsi lì. Sul posto di lavoro, sempre per caso, Matteo conosce Angelica e solo dopo apprende che é la nuova vice direttrice marketing. Matteo e Angelica diventano amici, e lei lo porta con se in alcune missioni all'estero. Per lui sembra aprirsi un promettente futuro, ma il rapporto con Angelica si interrompe di fronte alla vita ad alti ritmi di lei. Appena in tempo Matteo ariva alla stazione, proprio mentre Beatrice sta partendo alla volta di Viterbo, dove ha avuto un incarico di insegnante.
Valutazione Pastorale
Tema di attualità, é ovvio, quello del lavoro occasionale e che non garantisce un futuro. Matteo dice ad un certo punto di appartenere ad una generazione nella quale "per la prima volta nella storia, i figli stanno peggio dei padri". La notazione ha un fondo di verità, accompagnata da quella che, a differenza di anni fa, la soluzione si sta rovesciando: dalla grande città comincia il ritorno in provincia, un'emigrazione al contrario rispetto a quella degli anni '50 e '60. Il dialogo, svelto, diretto, frizzante é uno dei meriti del copione che corre lungo sfondi veri e realistici (Milano, l'ufficio, i viaggi, le spese quotidiane) ma non tarda a vestirsi dei contorni della favola. L'accostamento regge bene, perché i problemi veri non vengono ignorati ma prevale l'invito a non lasciarsi andare, a non cedere al pessimismo, a non piangersi addosso. Ben diretto da Venier, già regista dei film di Aldo, Giovanni e Giacomo, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come consigliabile e nell'insieme brillante.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e in successive occasione nell'ambito del rapporto tra cinema italiano e cronaca dei giorni nostri.