Incanto

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto ad una visione familiare
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Amore-Sentimenti, Avidità, Bambini, Educazione, Famiglia, Solidarietà
Genere
Fantastico - Drammatico
Regia
Pier Paolo Paganelli
Durata
94'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Belgio, Italia
Titolo Originale
Incanto
Distribuzione
Adler Entertainment
Soggetto e Sceneggiatura
Pier Paolo Paganelli, Jacopo del Giudice, Davide Rossetti
Fotografia
Martina Cocco
Musiche
Mattia Carratello, Stefano Ratchev
Montaggio
Manuel Grieco
Produzione
Propaganda Italia con Rai Cinema in coproduzione con Potemkino e Shelter Prod

Interpreti e ruoli

Vittoria Puccini (Felicia), Mia McGovern Zaini (Margot), "Greg" Claudio Gregori (Max), Mia Benedetta (Stella), Stefano Pesce (Comso), Zackari Delmas (Spoletta), Massimo Pio Giunto (Daniel), Lorenzo Nohman (Luca), Andrea Bosca (Ludovico), Giorgio Panariello (Charlie), Paolo Sassanelli (Oscar), Giorgio Colangeli (Notaio)

Soggetto

Margot, tre anni, vive con il padre, Ludovico, e la governante Felicia. Quando l’uomo muore, la donna è convinta di ereditare la villa, non sapendo di una clausola del testamento che fa della piccola Margot l’unica a poter disporre della proprietà. Felicia potrebbe facilmente “convincere” la piccola a firmare la cessione, ma il documento sembra sparito. Felicia chiude Margot nella sua stanza per sette lunghi anni mentre cerca il modo di impossessarsi della villa che ha trasformato in un triste orfanotrofio.

Valutazione Pastorale

ier Paolo Paganelli dirige e firma (con Jacopo del Giudice e Davide Rossetti) “Incanto”, una favola che riprende e modernizza personaggi e temi che partono dal lontano 1838, dalla pubblicazione di un classico della letteratura per ragazzi, “Oliver Twist”, scritto da Charles Dickens per denunciare la miserevole condizione degli orfani nell’Inghilterra della Rivoluzione industriale. La storia. Margot, tre anni, vive con il padre, Ludovico, e la governante Felicia. Quando l’uomo, gravemente ammalato, muore, la donna è convinta di ereditare la villa. Non sa, però, di una clausola del testamento che, oltre ad obbligarla a trasformare la casa in un orfanotrofio perché Margot possa crescere in allegria con altri bambini, fa della piccola l’unica a poter disporre della proprietà. Potrebbe facilmente “convincerla” a firmare la cessione (non c’è un vincolo di maggiore età), ma il documento non si trova. Felicia chiude Margot nella sua stanza per sette lunghi anni mentre cerca il modo di impossessarsi della villa dove “accoglie” i bambini affamandoli e terrorizzandoli. Con lei, complice sottomesso quanto inutile, il suo compagno Max. Quello che la donna non può immaginare è che il giovane Daniel, il suo tuttofare, sia diventato amico della piccola e che, piano piano, abbia cominciato a insegnarle parole nuove, lei che, a dieci anni, reclusa e traumatizzata, ancora non parla. Una notte, Margot riesce a fuggire e trova rifugio tra gli artisti del circo Ballon, da poco arrivato in zona. Accolta e protetta da Charlie, dalla funambola Stella, dall’uomo cannone e dal suo assistente Spoletta, la bambina trova finalmente qualcosa che profuma di casa, di famiglia. Ma Felicia la sta cercando…
Per il suo esordio nel lungometraggio Paganelli ha scelto di rivolgersi a un pubblico di ragazzi. “Incanto”, infatti, è un racconto di formazione dalle sfumature dark, giocato tra i due poli del male e bene, facilmente riconoscibili nella crudeltà dell’orfanotrofio (la non-famiglia per antonomasia, dove i più indifesi vengono maltrattati e umiliati), e nell’incanto del circo (una “famiglia” costruita sulla gentilezza e sull’accoglienza dove ciascuno mette la sua arte al servizio degli altri ed è rispettato e considerato). Certamente i caratteri dei personaggi sono piuttosto definiti e prevedibili, ma ci sono anche, qua e là, interessanti sfumature. Daniel (Massimo Pio Giunto) – il primo bambino accolto nella casa, fedele servitore di Felicia, ma anche guida per gli altri piccoli orfani – ad esempio vede in Felicia la mamma che non ha conosciuto e per questo non riesce, non può, ammetterne cattiverie e limiti. Aprirà gli occhi al momento giusto. Una parola va spesa per il cast. Innanzitutto, Vittoria Puccini, una perfetta, gelida, Felicia, una “cattiva” totale senza traccia di pentimento, che ovviamente pagherà il fio per la sua malvagità: interessante il contrasto che si crea tra i tratti gentili del suo volto e la freddezza che riesce a trasmettere in ogni gesto, in ogni sguardo. Significativa anche l’interpretazione di Giorgio Panariello che si lascia alle spalle l’esuberanza, l’istrionismo e l’ironia che ben conosciamo per tratteggiare, con misura e sentimento, Charlie, il clown bianco che non si toglie mai il trucco di scena. Da segnalare anche Mia Benedetta, nel ruolo della funambola Stella, che, come una madre, accoglie, rassicura e aiuta la piccola Margot (Mia McGovern Zaini, 12 anni e già una veterana tra cinema e serie Tv) a scoprire il suo talento. Originale il finale a cui si arriva accompagnati da un cast valido e affiatato. “Incanto” è consigliabile, problematico-poetico, adatto a un pubblico familiare.

Utilizzazione

In programmazione ordinaria. Adatto a un pubblico familiare.

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