
Orig.: Stati Uniti (2017) - Sogg. e scenegg.: Joseph Cedar - Fotogr.(Panoramica/a colori): Yaron Scharf - Mus.: Jun Miyake - Montagg.: Brian A. Kates - Dur.: 118' - Produz.: Oren Moverman, Gideon Tadmor, Eyal Rimmon, David Mandil, Miranda Bailey, Lawrence Inglee.
Interpreti e ruoli
Richard Gere (Norman Oppenheimer), Lior Ashkenazi (Micha Eshel), Michael Sheen (Philip Cohen), Steve Buscemi (rabbino Blumenthal), Charlotte Gainsbourg (Alex Green), Dan Stevens (Bill Kavish), Hank Azaria (Srul Katz), Harris Yulin (Jo Wilf), Josh Charles (Arthur Taub), Yehuda Almagor (Duby), Neta Riskin (Hanna), Tali Sharon (Naomi Eshel), Isaach De Bankolè (Jacques)
Soggetto
Nella New York contemporanea degli affari, del denaro e della politica, Norman Oppenheimer si muove alla ricerca dei legami più opportuni da stringere. Quando fa amicizia con Micha Eshel, deputato israeliano, sembra aver trovato la persona giusta...
Valutazione Pastorale
"Un modesto faccendiere newyorchese": così nelle note di regia viene definito Norman Oppenheimer, piccolo uomo che vuole pensare in grande e fa di tutto per accreditare in tal senso il proprio modo di muoversi ed agire. "La narrazione dell'ebreo cortigiano -precisa Joseph Cedar- segue una struttura classica...che risale ai tempi della Bibbia". Può essere appunto il faccendiere di oggi, uno che ha bisogno di proporsi come indispensabile a chi ha già un potere ma vuole aumentarlo. Norman è così: non si sa dove abita, dove dorme, cosa mangia, lo si vede solo inseguire persone dalle quali cerca di trarre il maggior profitto possibile. Ha modi di fare gentili, misurati ma insistenti, non molla mai la preda. Lo aiuta un eloquio forbito e incisivo grazie al quale fa rapide amicizie e conquista i suoi interlocutori. Si tratta in sostanza di una persona inclassificabile, prototipo forse di coloro che affollano visti/non visti le strade delle metropoli e non si danno per vinti. Misterioso come è apparso, Norman scompare, lasciando ricordo di sé in una targa senza nome. Omaggio all'eroe ignoto, alla forza della parola, al trionfo della volontà. Film 'strano', insolito e per questo da non disprezzare, radiografia acuta di una figura sociologica sfuggente e difficile da amare. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come occasione per affrontare la riflessione su una figura scivolosa e sfuggente. Ci sarebbe da riflettere sulle molte stratificazioni della società americana (ma non solo) e la sua capacità di mimetizzarsi e cambiare pelle.