L’amico fedele. The Friend

Valutazione
Consigliabile, poetico, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Animali, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Letteratura, Metafore del nostro tempo, Morte, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
David Siegel, Scott McGehee
Durata
120'
Anno di uscita
2025
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Friend
Distribuzione
Universal Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
L'amico fedele di Sigrid Nunez Sceneggiatura di Scott McGehee, David Siegel
Fotografia
Giles Nuttgens
Musiche
Jay Wadley, Trevor Gureckis
Montaggio
Isaac Hagy
Produzione
Scott McGehee, David Siegel, Liza Chasin. Casa di produzione: 3dot Productions, Big Creek

Interpreti e ruoli

Naomi Watts (Iris ), Bill Murray (Walter), Sarah Pidgeon (Val), Constance Wu (Tuesday), Ann Dowd (Marjorie), Noma Dumezweni (Barbara), Felix Solis (Hektor), Carla Gugino (Elaine), Josh Pais (Jerry)

Soggetto

New York, oggi. Iris è una scrittrice bloccata nel suo lavoro. Tiene corsi per laboratori di scrittura sulla scia del suo mentore, il noto autore Walter. Un giorno viene raggiunta dalla notizia dell’improvvisa morte dell’uomo, che inspiegabilmente ha deciso di togliersi la vita. La donna non capisce, non ne accetta la scelta; in più, oltre alla presenza ingombrante di dolore e sensi di colpa, si trova a gestire il cane dell’amico, l’alano Apollo. Iris non ha mai avuto un cane e Apollo non è un cane qualsiasi, perché le sue misure sono esagerate e in più l’animale sperimenta uno stato depressivo. A questo si aggiungono un blocco creativo che affligge le sue giornate e minacce moleste del suo condominio, che vieta i cani nel palazzo…

Valutazione Pastorale

Non siamo dalle parti di “Hachiko” (2009) né di “Io & Marley” (2008), dolci film tira-lacrime sul legame uomo-cane. “L’amico fedele. The Friend” diretto da David Siegel e Scott McGehee è sì un’ode al legame speciale tra cane e padrone, ricco di sfumature avvolgenti, ma è anche un film sulla caduta nel dolore, nella disperazione per la morte di una persona cara, uscita di scena anzitempo e in maniera inaccettabile; un’opera sul rimettersi in piedi, in partita con la vita, in cerca di nuove possibilità. Siegel e McGehee – tra i loro lavori “Quel che sapeva Maisie” (2012) – sono gli autori anche del copione, dall’omonimo romanzo di Sigrid Nunez (suo è anche “Attraverso la vita”, portato al cinema nel 2024 da Pedro Almodóvar con il titolo “La stanza accanto”). Protagonisti l’ottima Naomi Watts (anche produttrice) e il sempre acuto Bill Murray.
La storia. New York, oggi. Iris è una scrittrice bloccata nel suo lavoro. Tiene corsi per laboratori di scrittura sulla scia del suo mentore, il noto autore Walter. Un giorno viene raggiunta dalla notizia dell’improvvisa morte dell’uomo, che inspiegabilmente ha deciso di togliersi la vita. La donna non capisce, non ne accetta la scelta; in più, oltre alla presenza ingombrante di dolore e sensi di colpa, si trova a gestire il cane dell’amico, l’alano Apollo. Iris non ha mai avuto un cane e Apollo non è un cane qualsiasi, perché le sue misure sono esagerate e in più l’animale sperimenta uno stato depressivo. A questo si aggiungono un blocco creativo che affligge le sue giornate e minacce moleste del suo condominio, che vieta i cani nel palazzo…
“Abbiamo entrambi amato il libro – racconta il regista McGehee – È una bellissima e delicata riflessione sulla scrittura, sulla vita a New York e sull’elaborazione del lutto. Riesce a toccare molti temi profondamente umani, e c’è questa storia col cane che ci ha completamente conquistati”. Vincitore del National Book Award, il libro della Nunez era difficile da rendere sullo schermo, perché spesso la narrazione è interiore, tra la protagonista e l’amico scomparso. “L’amico fedele. The Friend” trova un buon compromesso tra i due pilastri tematici della storia: da un lato l’accettazione della morte, dall’altro il valore del legame con l’alano Apollo, che ridona vita nuova alla protagonista. Sulle prime Iris è assalita da eventi che non ha scelto. Non può e non vuole accettare la morte dell’amico-mentore Walter, soprattutto perché non comprende le ragioni del suo gesto, del suo suicidio; in più l’uomo le ha lasciato un compito gravoso, dare una casa al suo cane Apollo, lei che ha un piccolo appartamento nel cuore di New York dove gli animali non sono ammessi. In più ci si è messo anche l’editore, che vorrebbe che Iris risistemasse gli scritti di Walter per una pubblicazione postuma. Per Iris è troppo, si sente mancare l’aria e non vede via d’uscita. E poi c’è Apollo, un cucciolo che proprio cucciolo non è: un alano di dimensioni imponenti, che ha due occhi tristi, provato dall’abbandono per la scomparsa del padrone. Iris e Apollo dovranno imparare a conoscersi, a convivere e a fidarsi l’uno dell’altra per poter andare avanti. E quella che sembra una coabitazione improbabile e complicata si rivela in realtà curativa, un’occasione per aggrapparsi alla speranza e alla tenerezza. È un nuovo inizio, emozionale e creativo. Iris riprende a scrivere, a sorridere, e Apollo non avverte più il senso di vuoto. Ogni giorno per loro è una scommessa, una conquista; è vita che pulsa, che va avanti.
Film acuto e raffinato, elegante per messa in scena e sfumature narrative; appesantito un po’ dalla durata e da lungaggini, il racconto è comunque un inno alla vita che riparte, da abbracciare anche quando vira sul plumbeo. Consigliabile, problematico-poetico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film richiede un pubblico adulto e di adolescenti accompagnati.

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