
Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma (2024)
Interpreti e ruoli
Alessandro Gassmann (Minuto), Francesco Gheghi (Davide), Fotinì Peluso (Eva), Paolo Madonna (Puma), Giordana Marengo (Giulia), Renato Carpentieri (Amato)
Soggetto
Davide è un diciottenne che viene rapito e segregato in una nave abbandonata. Lì viene forzato ad allenamenti estenuanti dallo spietato Minuto, che ha intenzione di metterlo nel giro dei combattimenti illegali. Per Davide non c’è scampo: combattere e salvarsi oppure morire. Il giovane riesce a rimanere in piedi, riportando una vittoria dopo l’altra, e Minuto sembra dimostrargli credito, quasi una tenera apertura. Ma una scomoda rivelazione li attende…
Valutazione Pastorale
Il suo esordio, “Non odiare”, si è fatto notare alla 77ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia (2020). Parliamo del regista, sceneggiatore e direttore della fotografia Mauro Mancini, alla prova della seconda regia con “Mani nude”, adattamento dell’omonimo romanzo di Paola Barbato. Una discesa nei tornanti dell’odio, della sopravvivenza selvaggia e ferina, dove speranza, solidarietà e perdono sembrano un pallido miraggio. Protagonisti gli ottimi Alessandro Gassmann e Francesco Gheghi, affiancati da Fotinì Peluso, Giordana Marengo e Renato Carpentieri. Nelle sale con Medusa Film.
La storia. Davide è un diciottenne che viene rapito e segregato in una nave abbandonata. Lì viene forzato ad allenamenti estenuanti dallo spietato Minuto, che ha intenzione di metterlo nel giro dei combattimenti illegali. Per Davide non c’è scampo: combattere e salvarsi oppure morire. Il giovane riesce a rimanere in piedi, riportando una vittoria dopo l’altra, e Minuto sembra dimostrargli credito, quasi una tenera apertura. Ma una scomoda rivelazione li attende…
“Qual è la nostra vera natura? – si interroga il regista – Siamo nati per fare del male? Siamo in grado di redimerci? È su queste domande e molte altre che ci siamo concentrati per sviluppare la narrazione di ‘Mani nude’ (…) ci siamo ispirati al noir d’autore (…), parlando di uomini che hanno paura, eternamente sbagliati. Odio, amore, senso di colpa e volontà di vendetta popolano il racconto”. Mauro Mancini provoca lo sguardo, lo spettatore, con un film fosco e disperante. Attraverso le vite “disgraziate” del giovane Davide e del cinquantenne Minuto introduce una serie di temi densi e brucianti. Un film che si muove come una tragedia shakespeariana condito con una violenza senza filtri. Facendo esperienza dei combattimenti di Davide, si scorge il limite dello smarrimento umano, la frontiera di un mondo brutale e selvaggio dove si uccide per non essere uccisi. Lì, in quella zona grigia, due solitudini provano a salvarsi: Davide e Minuto, all’inizio distanti e rivali, vittima e aguzzino, dopo solidarizzano per guadagnare la libertà. Ma il male è sempre in agguato, pronto a tessere la sua tela. Mancini costruisce un racconto composito, dalle svolte impreviste e spiazzanti, anche se il copione non sempre tiene il passo in maniera fluida e convincente. L’atmosfera è livida, soffocante, in linea con la prigione fisica e interiore dei due protagonisti. Vite messe in scacco dalle proprie colpe oppure omissioni, che per un momento sembrano assaporare la possibilità del riscatto, ma che ben presto vengono richiamate nella palude della vendetta da dove provengono. Una storia di vinti, di uomini soli, senza tracce di salvezza. Un’opera dura e disperante, che si fa apprezzare per lo stile narrativo. Complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Per i temi in campo, il film richiede un pubblico adulto e di adolescenti accompagnati.