
Sogg.: dal racconto "Il Dottor Grasler Medico Termale" di Arthur Schnitzler - Scenegg.: Ennio De Concini, Roberto Faenza - Fotogr.: (panoramica a colori) Giuseppe Rotonno - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Claudio Cutry - Dur.: 121' - Co-Prod. Eidoscope International, Roma; Media Park, Budapest
Interpreti e ruoli
Keith Carradine (Dottor Grasler), Miranda Richardson (Friederike - Signora Sommer), Kristin Scott-Thomas (Sabine Schleheim), Sarah-Jane Fenton (Katharina), Max Von Sydow (Signor Schleheim), Mari Torocsik (Signora Schleheim), Mario Adorf (Bohlinger)
Soggetto
il dottore Grasler, cinquantenne medico termale, morbosamente legato alla protettiva sorella Friederike, dopo il suicidio di costei, lascia l'isola di Lanzarote dove ha soggiornato durante l'inverno e torna in Ungheria a esercitare la sua professione. Avvertendo il vuoto della propria vita cerca, pur sempre esitante ed incerto, la donna ideale che crede di trovare in Sabine Schleheim, la giovane e volitiva figlia di un cantante ritiratosi dalle scene. Intimorito all'idea di sposarsi, si allontana da Sabine e ha modo di amoreggiare con Katharina, un'avvenente ragazza popolana disinibita e disponibile che gli muore fra le braccia contagiata dalla scarlattina. Frastornato per questa morte e per aver appreso che l'illibata sorella Friederike ha nutrito molte segrete passioni (e l'insospettabile amico Bohlinger è stato uno dei suoi amanti) il dottor Grasler cede alle lusinghe della vedova Sommer, che somaticamente è simile a Friederike, e sposatala, insieme a lei e alla sua bambina dispettosa ed insopportabile torna a Lanzarote per trascorrervi l'inverno.
Valutazione Pastorale
il film riesce gradevole per l'accuratissima ambientazione d'epoca, la magistrale sceneggiatura, l'ottima scenografia e l'impeccabile recitazione di Keith Carradine nel ruolo del protagonista. Il racconto filmico si snoda con notevole verisimiglianza, dalla insoddisfazione di Friederike (la sorella-paravento dell'immaturità inguaribile di Grasler, che non riesce a scegliere e si rifugia, per compensazione, nell'avventura bohémienne), fino al disagio finale del perennemente indeciso dottore, il quale, da una dignità professionale sia pur incrinata da privati cedimenti decade all'imbarazzante ruolo di marito-catturato e di vicepadreforzato, che il regista non manca di evidenziare con visibile ironia. Il regista non eccelle per profondità introspettiva preferendo, in certi momenti, specie per alcuni personaggi di contorno, l'immediatezza quasi macchiettistica e il paradosso divertito. L'indecisione e la tendenza a vivere irresponsabilmcnte alla giornata risultano comunque sferzati sufficientemente da una discreta dose d'ironia.