
Sogg.: tratto dal romanzo Where the angels fear to tread di Edward M. Forster - Scenegg.: Tim Sullivan, Derek Granger, Charles Sturridge - Fotogr.: (panoramica/a colori) Michael Coulter - Mus.: Rachel Portman - Montagg.: Peter Coulson - Dur.: 103- Produz.: Derek Granger
Interpreti e ruoli
Helena Bonham Carter (Caroline Abbott), Judy Davis (Harriet Herriton), Rupert Graves (Philip Herriton), Giovanni Guidelli (Gino Carella), Barbara Jefford (Signora Herriton), Helen Mirren (Lilia Herriton), Thomas Wheatley (Kingcroft), Sophie Kullmann, Vass Anderson, Sylvia Barter
Soggetto
rimasta vedova con una bambina di nove anni, la bella trentatreenne Lilia Herriton decide di partire da Sawston per concedersi una vacanza in Toscana (tradizionale tappa italiana degli inglesi) accompagnata dallamica Caroline Abbott. Una suocera autoritaria, una cognata zitella e brusca (Harriet) e suo fratello Philip gente borghese e conformista tentano invano di ostacolarla. Con grande scandalo degli Herriton, la ricca congiunta sposa a Monteriano (una cittadina del Senese) un italiano, bello, spiantato, più giovane di lei e di modesta estrazione. Gino Carella. Questi ha sulla moglie idee antiquate e severe: la vorrebbe sempre in casa e non accetta lidea di una sia pur minima vita di relazione, però lama sinceramente e più ancora ama il bambino, che Lilia gli lascia morendo di parto. Caroline Abbott che ha sempre appoggiato le scelte della defunta, da lei amatissima vede arrivare sul posto Philip, questa volta insieme alla dura sorella, inviati ambedue dalla madre, dopo che Harriet ha deciso di fare entrare nel clan degli Herriton il neonato, per farlo allevare allinglese. Il bimbo diventa oggetto di contrattazioni anche se la Abbott sarebbe dispostissima ad occuparsene come se fosse suo. Philip, che fra tutti è il meno brusco (e che tra laltro ha fatto schietta amicizia con Gino), si trova al centro di un urto di fondo: il vero scontro è fra due mentalità, due diversi stili di vita, con il convenzionalismo gretto e sprezzante da un lato, e limpulsività tutta italiana dallaltro. Ma il tempo stringe (Gino ha già pensato a risposarsi, anche nellinteresse del piccolo). Harriet decide di rapirlo e di ripartire subito per lInghilterra: durante un temporale, la carrozza con fratello, sorella e neonato diretti alla stazione di Monteriano ribalta e il bimbo muore. Conformismo e pretese, diritti, affetti e cattiverie, tutto è stato travolto, senza vincitori né vinti. Dopo la tragedia e nel lasciarsi, resta soltanto tra Philip e Caroline una profonda, reciproca stima.
Valutazione Pastorale
Sturridge, utilizzando il romanzo che il prolifico Edward M. Forster localizzò nel 1904, in un Paese del Senese, non ha dimenticato sicuramente gli scopi ultimi, cui mirava lo scrittore: la contrapposizione tra due mondi sostanzialmente diversi, lItalia e lInghilterra di inizio secolo. Per morale e stile di vita, tradizioni e comportamenti, senso della famiglia e interessi materiali, sembra di trovarsi di fronte a due mondi di per sé opposti e non di rado in urto. Può darsi che Forster cercasse di gettare un ponte fra le rive delle due etnie (Philip è personaggio esemplare, che dà forti segnali in tal senso). Paesaggi incantevoli (e fotografia del pari), caratteri ben disegnati, perfino una musica opportunamente presente con la Lucia donizettiana nel piccolo Teatro di San Gimignano, o scritta nei toni giusti a suggellare linnegabile mèlo della storia. La ricostruzione depoca è accurata e soddisfacente; diligente la recitazione, a volte forse con qualche forzatura di tono (alla zitella Harriet, tutta spigoli e cattiverie, ci pensa Judy Davis, ottima attrice), con il contrappunto di Helena Bonham Carter. Il risultato è solo dignitoso e trova i suoi punti di forza in alcuni moduli collaudati: litaliano, bello, spiantato e geloso e la morte per parto della ricca inglese.