
Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Brad Kaaya - Fotogr.(Panoramica/a colori): Russell Lee Fine - Mus.: Jeff Danna - Montagg.: Kate Sanford - Dur.: 95' - Produz.: Eric Gitter, Anthony Rhulen, Daniel L.Fried.
Interpreti e ruoli
Mekhi Phifer (Odine), Julia Stiles (Desi), Josh Hartnett (Hugo), Martin Sheen (Duca), Andrew Keegan (Casio), Rain Phoenix, John Heard
Soggetto
In un college americano Odine, giocatore di basket molto apprezzato (l'unico nero della scuola), è fidanzato con la bianca Desi. Il suo (finto) amico Hugo, figlio dell'allenatore della squadra, un giorno gli rivela che Desi esce di nascosto con un altro ragazzo, Michael. Poi Odine e Desi hanno un momento di intimità al termine del quale lui le regala un fazzoletto. Qualche tempo dopo le chiede di vederlo ma lei non l'ha più. Hugo allora, con intenti a suo dire di amicizia, fa di nuovo a Odine il nome di Michael. Hugo e Roger, un'altro studente, hanno un piano per incastrare Odine. Ma il piano fallisce. Hugo uccide Roger, che aveva ferito Michael. Odine, accecato dalla gelosia, strangola Desi. Hugo, sopraggiunto, uccide Emily, amica di Desi. Odine infine si dà la morte, mentre Hugo viene arrestato.
Valutazione Pastorale
Sono ormai numerose le attualizzazioni delle tragedie shakespeariane, certo a conferma che le profonde tematiche agitate dall'autore inglese offrono riflessioni ancora oggi del tutto attuali. Di conseguenza ne derivano operazioni riuscite altre da dimenticare. A questa seconda categoria appartiene il film in questione. L'ambientazione studentesca risulta del tutto sbagliata. Il college è ridotto ad un coacervo di malignità e di soprusi in una dimensione crescente che diventa inverosimile, compiaciuta, morbosa. Sullo sfondo di sterotipi che si vogliono far rimanere tali, la storia va avanti senza misura, calcando la mano sul rapporto 'misto' tra il nero e la bianca, sulla finzione, sulla gelosia, sulla passione: tutto gridato e urlato fino a sfociare in un melodramma in cui il racconto si impantana, quasi con la soddisfazione di aggiungere violenza ad omicidio in un crescendo risibile e gratuito. Film sbagliato perchè la debordante scrittura narrativa punta a colpire nello stomaco e impedisce di riflettere su un tema che poteva essere (ed é) serio: quello delle follie che nascono dall'assenza di valori. Film, dal punto di vista pastorale, da valutare come inaccettabile, e nell'insieme velleitario.
UTILIZZAZIONE: é da evitare, sia in programmazione oridnaria sia in altre circostanze. Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.
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