
Orig.: Gran Bretagna (2012) - Sogg. e scenegg.: Ronald Harwood dalla propria opera teatrale - Fotogr.(Scope/a colori): John de Borman - Mus.: Dario Marianelli - Montagg.: Barney Piling - Dur.: 98' - Produz.: Finoia Dwyer, Stewart Mackinnon.
Interpreti e ruoli
Maggie Smith (Jean Horton), Tom Courtenay (Reginald 'Reggie' Paget), Billy Connolly (Wilfred 'Wilf' Bond), Pauline Collins (Cecily 'Cissy' Robson), Michael Gambon (Cedric Livingstone), Dame Gwyneth Jones (Ann Langley), Sheridan Smith (Lucy Cogan), Andrew Sachs (Bobby Swanson), Trevor Peacock (George), David Ryall (Harry), Luke Newberry (Simon)
Soggetto
Beecham House, residenza per musicisti e cantanti lirici in pensione. L'arrivo della nuova ospite, la celebre Jean Horton, porta non poco subbuglio. Qualcuno è contento, qualcun'altro no. Episodi belli e brutti del passato tornano a galla, insieme a rancori e invidie. Mentre si prepara l'annuale spettacolo in onore di Giuseppe Verdi, tutti i presenti cercano di stemperare dissidi e ricreare un clima di amicizia.
Valutazione Pastorale
Un bel ritratto di un gruppo di anziani che, tra rimpianti, nostalgie, rabbia e umorismo amaro, trascorre ore serene in una splendida residenza per musicisti e cantanti lirici in pensione. La necessità di fare vita in comune si scontra con la tentazione di rivendicare da parte di ciascuno una orgogliosa individualità, le cose fatte, i grandi momenti vissuti sui palscoscenici di tutto il mondo, le rivalità, gli affetti traditi, il pentimento. Il clima intriso di arte e di luoghi belli e decadenti ispira misura, pazienza, saggezza. Dustin Hoffman, esordiente in regia a 75 anni, è bravo a non perdere un soffio di questo luogo magico, a costruire un'idea di vecchiaia che vuol dire un futuro davanti con voglia e cose da fare. Forse muovendosi tra favola e utopia ma con cadenze spigliate, accattivanti, di preziosa vitalità. Bisogna salire sul palco e fingere per reggere l'impatto con la realtà. Dal punto di vista pastorale, il film da valutare come consigliabile e certamente poetico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto insolito, originale e di bella fattura.