
Orig.: Italia (2004) - Sogg.: Anna Maria Pavignano dal romanzo "La collega tatuata" di Margherita Oggero - Scenegg.: Anna Maria Pavignano, Luciana Littizzetto - Fotogr.(Panoramica/a colori): Fabio Cianchetti - Mus.: Fabio Barovero - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 100' - Produz.: Beppe Caschetto per ITC Movie, Medusa Film.
Interpreti e ruoli
Luciana Littizzetto (Adelaide), Dino Abbrescia (Renzo), Donatella Finocchiaro (Gina), Fabio Troiano (Arturo), Neri Marcorè (Gaetano), Romana Olivetti (Livietta), Lidia Biondi (Eselda), Mia Benedetta (Bianca), Francesca Vettori (Floriana), Cecilia Salmé . (Mariconda)
Soggetto
Adelaide vive a Torino, insegna italiano, è sposata con Renzo, hanno una figlia di otto anni, Livietta. A scuola un giorno una sua collega viene uccisa. Al pari degli altri, Adelaide viene interrogata da Gaetano, il commissario che conduce le indagini. Inaspettatamente però, conclusa la parte formale, Gaetano chiede ad Adelaide di poterla vedere di nuovo. Presa da mille dubbi ma anche intenzionata a ripagare lo scarso interesse che ultimamente il marito mostra per lei, Adelaide accetta di uscire con Gaetano e di cominciare con lui una tiepida relazione. Notando nella moglie un insolito cambiamento di abitudini, Renzo sospetta qualche possibile tradimento e allora torna a fare il marito appassionato. Adelaide percepisce questa 'svolta', resta ancora un po' incerta sul da farsi, infine scopre chi ha ucciso la collega e lascia che Gaetano, una volta risolto il caso, venga trasferito in un'altra città. Renzo e Adelaide recuperano il loro rapporto. Ma tutti e due non hanno potuto fare a meno di ricorrere a qualche bugia verso l'altro.
Valutazione Pastorale
Il soggetto é tratto dal libro "La collega tatuata" dove era privilegiato il lato 'giallo' della vicenda. La sceneggiatura é stata scritta (insieme ad Anna Pavignano) anche da Luciana Littizzetto che, inevitabilmente, ha pensato di modellare Adelaide su se stessa, sulla propria verve comica, sul proprio umorismo ironico e tagliente. Così l'attrice torinese trasferisce in una storia di finzione i modi di fare e gli atteggiamenti visti in tante apparizioni televisive: qui però risultando più contenuta, meno sguaiata. Il confronto tra sincerità e piccole/grandi bugie all'interno del rapporto di coppia é condotto in maniera svelta e disincantata, senza prendersi troppo sul serio ma certo strizzando l'occhio sulla possibilità che una bugia possa intervenire a salvare da equivoci e delusioni più grandi. Accanto a momenti meno sorvegliati, non mancano però anche pertinenti osservazioni di costume. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile con riserve e, nell'insieme, brillante.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e proposto come prodotto italiano di medio livello nell'ambito del rapporto cinema/televisione.