
Orig.: Romania/Francia (2016) - Sogg.e scenegg.: Cristi Puiu - Fotogr.(panoramica/a colori): Barbu Palasoiu - Mus.: Bolan Gagic - Montagg.: Letitia Stefanescu, Ciprian Cimpoi, Iulia Muresan - Dur.: 173' - Produz.: Mandragora, Produkcija 2006 Sarajevo, Studioul De Creatie Cinematografica, Alcatraz Films, Arte France Cinema - 69^ FESTIVAL DI CANNES 2016 IN CONCORSO.
Interpreti e ruoli
Mimi Branescu (Lary), Dana Dogaru (sig.ra Mirica), Sorin Medeleni (Tony), Ana Ciontea (Zia Ofelia), Judith State (Sandra), Bogdan Dumitrache (Relu), Rolando Matsangos (Gabi), Catalina Moga (Laura), Marin Grigore (Sebi), Tatiana Lekel (zia Evelina), Marian Ralea (sig. Popescu), Ioana Craciunescu (sig.ra Popescu), Ilona Brezoianu (Cami), Simona Ghia (Simona), Valer Dellazeka (Prete), Mara Elena Andrei (Irina), Petra Kurtela . (ragazza croata)
Soggetto
Bucarest, tre giorni dopo l'attacco contro Charlie Hebdo e a breve distanza dalla morte del padre, Lary, medico quarantenne, è a casa insieme alla famiglia. Sono in attesa dell'arrivo del prete che celebrerà la messa per il defunto...
Valutazione Pastorale
Viene voglia di cominciare dalla fine, e dire subito 'che bello'. Ci vuole forse un certo coraggio a tessere da subito l'elogio di un film che dura 173', che si muove quasi tutto all'interno di un unico appartamento e gioca sulla dinamica tanto faticosa quanto emblematica di personaggi in perenne conflitto fra loro. Quando arriva un film da zone ardite e lontane come questo, e già la geografia impone di prender atto di storie pericolosamente ostiche e ostili, il confronto tra due mondi opposti e antitetici di 'fare cinema' scatta immediato. Va bene, si tratta di tre ore con pochi movimenti, e in mezzo alcuni piani fissi che spacca la continuità a favore di una fissità laconica e smarrita. In mezzo il girotondo di quelli che abitano la casa vive di reazioni, cattiverie, arrabbiature. E' un esame storico forte e impietoso che diventa una radiografia autentica e realistica di un Paese, di una nazione con le sue contraddizioni, con i suoi pentimenti. Lo scontro tra un Est Europa che si sente abbandonato, e un Occidente che appare lontano ed estraneo diventa forte e dai contorni coriacei. Molti rimpiangono gli anni del comunismo, che era sì dittatura ma insieme metteva ordine e pulizia. E intanto noi spettatori dell'occidente guardiamo con meraviglie stupore l'irta problematicità delle discussioni nella famiglia-tipo. Incerti e incapaci di capire da che parte si trova non tanto la verità ma la sua pallida parvenza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria per spettatori attenti e pronti a seguire stili inediti di cinema e di racconto. Molto utile per accrescere nozioni e conoscenze dei Paesi dell'Est Europa.