
Miniserie disponibile sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Eduardo Scarpetta (Fausto), Vanessa Scalera (Lucia), Massimiliano Caiazzo (Valerio), Cristiana Dell'Anna (Maria), Antonio Gargiulo (Demetrio), Gaia Weiss (Sarah), Filippo Gili (Sergio), Jua Leo Migliore (Libero), Tommaso Guidi (Ercole), Aurora Giovinazzo (Valeria)
Soggetto
Roma oggi, Fausto è un padre trentenne separato dalla moglie Sarah, che sta crescendo i due figli piccoli Libero ed Ercole. L’uomo è un tornado di energia e buoni propositi, ma le sue giornate procedono faticose per la malattia aggressiva che gli lascia poco tempo da vivere. È preoccupato per il domani dei suoi figli, così chiama a raccolta da Ercolano la madre Lucia e il fratello Valerio, cui chiede di badare ai ragazzi insieme agli amici di sempre Maria e Demetrio. Desidera che tutti loro formino una grande famiglia…
Valutazione Pastorale
Ci si affeziona, e molto, ai protagonisti della miniserie “Storia della mia famiglia”, novità in casa Netflix dal 19 febbraio 2025; sei episodi densi, giocati tra umorismo brillante e lampi di commozione. La regia è di Claudio Cupellini, mentre a firmare il soggetto e il copione è Filippo Gravino: il racconto vibrante di una famiglia che rischia di implodere per la malattia di un suo componente, che però invece di arrendersi alla sventura e alla sofferenza strappa a morsi sorrisi e fiducia, desiderio di futuro. Protagonisti gli ottimi Eduardo Scarpetta, Vanessa Scalera, Massimiliano Caiazzo, Cristiana Dell’Anna, Antonio Gargiulo e Gaia Weiss. La produzione è targata Palomar.
La storia. Roma oggi, Fausto è un padre trentenne separato dalla moglie Sarah, che sta crescendo i due figli piccoli Libero ed Ercole. L’uomo è un tornado di energia e buoni propositi, ma le sue giornate procedono faticose per la malattia aggressiva che gli lascia poco tempo da vivere. È preoccupato per il domani dei suoi figli, così chiama a raccolta da Ercolano la madre Lucia e il fratello Valerio, cui chiede di badare ai ragazzi insieme agli amici di sempre Maria e Demetrio. Desidera che tutti loro formino una grande famiglia…
“C’è la voglia – indica lo sceneggiatore Filippo Gravino – di restituire il tono di un certo cinema che ho molto amato da spettatore e, purtroppo, poco praticato da sceneggiatore: ‘Voglia di tenerezza’, ‘Gente comune’, un piccolo film con Kevin Costner che si chiama ‘Litigi d’amore’, oppure un altro piccolo gioiello nascosto che s’intitola ‘Conta su di me’. Storie che raccontano relazioni, fallimenti, e speranze di persone comuni. Film che ti rimettono in pace con il mondo, che ti fanno commuovere e sorridere, e che alla fine ti lasciano con quella piacevole sensazione di conoscerne i protagonisti, quasi fossero tuoi amici”.
“Storia della mia famiglia” aggancia subito lo spettatore tessendo abilmente dramma, sentimento e lampi di umorismo. La malattia di Fausto, che l’uomo governa con indelebile sorriso, viene temperata dalle esistenze ingarbugliate e irresistibili dei suoi familiari e amici. La miniserie, oltre a mantenere un doppio binario stilistico-narrativo, si snoda su due piani temporali: il presente, negli ultimi giorni di vita di Fausto e le peripezie quotidiane dei suoi cari, e il passato, gli ultimi dieci anni che vanno dal primo incontro con Sarah al matrimonio, i figli e la crisi insanabile. Il racconto è scritto con grande cura da Gravino, che cesella i personaggi, affidandogli battute esilaranti e raccordi commoventi. “Si tratta di esseri umani fragili – sottolinea l’autore – fallati, inadeguati, delusi, esasperati, ma vivi e vegeti, mossi dal desiderio ingenuo e comprensibile di cercare di essere felici”.
Tematicamente, “Storia della mia famiglia” parla sia di famiglie di origine sia di quelle di elezione, allargate, in cui rientra anche la comunità di amici. Di fatto la miniserie mette a tema il valore dei legami familiari e amicali che insieme costituiscono la rete di protezione che tutela dalla solitudine e dallo smarrimento nel dolore; un nido che offre riparo ma non chiude l’orizzonte. “Storia della mia famiglia” è un racconto né piano né scontato, anzi ben scritto e articolato, in alcuni passaggi persino audace, che però mette al centro temi-valori di rilievo come il bisogno di ascolto, di condivisione, di perdono e custodia reciproca. Una serie ariosa e acuta, direzionata a un pubblico adulto. Consigliabile, problematica, per dibattiti.
Utilizzazione
Per i temi in campo, la serie richiede un pubblico adulto.