
Orig.: Italia/Francia/Belgio (2015) - Sogg. e scenegg.: Ascanio Celestini - Fotogr.(Scope/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Francois Couturier - Montagg.: Cecilia Zanuso - Dur.: 85' - Produz.: Alessandra Acciai, Giorgio Magliulo, Roberto Lombardi con Francesca Feder, Arnaud Louvet, Jean Pierre Dardenne, Luc Dardenne - 72^MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2015, GIORNATE DEGLI AUTORI VENICE DAYS.
Interpreti e ruoli
Ascanio Celestini (Nicola), Alba Rohrwacher (Sofia), Salvatore Striano (Sasà), Francesco De Miranda (Salvatore), Veronica Cruciani (Anna), Pietro Faiella (Abruzese), Mario Squeglia (Michele), Gianni D'Addario (Marino), Corrado Invernizzi (Concellino), Barbara Valmorin (madre di Nicola), Dora Romano (madre di Sasà), Mimmi Gunnarsson . (la sposa americana)
Soggetto
Nicola passa le giornate nella periferia di Roma, a tempo perso organizza spettacoli teatrali per bambini, beve e allo stesso tempo finge di voler smettere di bere. Accanto a lui c'è Salvatore, un giovane figlio della prostituta Anna, forse anche figlio suo. La mamma di Nicola vorrebbe che lui sposasse Sofia ma nessuno fa il passo decisivo...
Valutazione Pastorale
Ascanio Celestini si definisce "teatrante e narratore romano con una scrittura legata alla ricerca sul campo, all'indagine nella memoria di eventi e questioni legate alla storia recente e all'immaginario collettivo". Nel 2010 esordisce al cinema con "La pecora nera", in concorso alla 67^ Mostra di Venezia. Torna ora con questo titolo, con una storia girata "per cinque settimane in mezzo al Quadraro, quartiere romano, uno di quelli dove "credi che la città finisca, e dove invece ricomincia, nemica, per migliaia di volte, con ponti e labirinti, cantieri e sterri, dietro mareggiate di grattacieli che coprono interi orizzonti". Nicola, il protagonista, si muove in questo contesto, affiancato da uomini e donne tutti ai margini della legalità, vite faticose, giornate allo sbando, sopravvivenza stentata. Difficile essere in armonia, si cercano compromessi e scuse per trovare qualche occasione di guadagno. La ricerca della felicità è ardua e lontana. Cantore delle belle utopie irraggiungibili, rassegnato ad un male endemico che segna la società contemporanea, Celestini disegna uno sguardo sulle cose disilluso e disincantato, che sarebbe coinvolgente se non eccedesse nella ripetizione e non cedesse alla tentazione di dare troppo spazio a didascalismi e ideologismo un po' fuori tempo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e, meglio, in situazioni mirate di cineforum, per avviare riflessioni sulle tematiche sollevate e sulla particolarità del linguaggio dell'autore.