LA GRANDE BELLEZZA di Paolo Sorrentino : premio Oscar per il miglior film straniero

lunedì 3 Marzo 2014
Un articolo di: Redazione

Ci sono annate magre e annate ricche. Molti film usciti in sala nel 2013 e in gara per gli Oscar 2014 hanno evidenziato un livello qualitativo decisamente buono, al punto da configurare un’annata sul versante del segno positivo. Così l’Academy è partita da una situazione di abbondanza, e su questa ha potuto muoversi, tagliando fuori titoli di grande successo e premiandone altri che ‘non era possibile non premiare’. Primo tra questi, “12 anni schiavo”, il film che il regista inglese Steve McQueen ha tratto dal libro scritto dal vero protagonista, uomo di colore che nell’ America del 1841 nasce libero e, con un inganno, viene sequestrato, venduto come schiavo e costretto a lavorare per 12 anni nelle piantagioni dove imperversano cinici proprietari terrieri. La regia è inferiore ai più rigorosi titoli firmati da McQueen, il copione accumula frustate e sangue di contorno oltre il limite necessario, e scivola su un finale fin troppo accomodante. Ma l’argomento era troppo ‘sensibile’ per lasciarlo senza un premio importante. E la presenza di Obama alla Casa Bianca ha certo avuto il suo peso. Più incisivi, rischiosi, inattuali erano (e sono) “American hustle” di David O. Russell, “Nebraska” di Alexander Payne, “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese. Ma discutere le decisioni è esercizio aleatorio, Miglior film dunque “12 anni schiavo”. Miglior regia “Gravity” di Alfonso Cuaron, migliore attore protagonista Matthew McConaughey per “Dallas Buyers Club” di Jean Marc Vallee, migliore attrice protagonista Cate Blanchett per “Blue Jasmine”  di Woody Allen, migliore attore non protagonista Jared Leto ancora per “Dallas Buyers Club”, migliore attrice non protagonista Lupita Nyonh’ o per “12  anni schiavo”. Poi ci sono tutti premi cosiddetti ‘tecnici’. E soprattutto c’è il premio per il migliore film straniero, che torna in Italia dopo 15 anni (“La vita è bella” di Roberto Benigni, 1999). “La grande bellezza” forse non aveva concorrenti agguerriti, ma il premio va alla capacità di Sorrentino di far lievitare tra metafora, poesia e  denuncia un argomento (la città di Roma)  vischioso e rischioso. Ecco la scheda preparata all’uscita del film dalla CNVF.   


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