
Orig.: Italia (2012) - Sogg. e scenegg.: Roberto Proia - Fotogr.(Scope/a colori): Rocco Marra - Mus.: Leonardo Rosi - Montagg.: Alessia Scarso - Dur.: 90' - Produz.: Guglielmo Marchetti.
Interpreti e ruoli
Josafat Vagni (Mattia), Monica Guerritore (Aurora), Ninni Bruschetta (Rodolfo), Francesco Montanari (Giacomo/Alba Paillettes), Valentina Correani . (Samantha), Valeria Bilello (Stefania), Andrea Rivera (Bernardo/Pistone), Jose Dammert (Eduard), Alan Cappelli Goetz (Christian), Lucia Guzzardi (Iolanda)
Soggetto
Non sapendo come rivelare alla famiglia di essere omosessuale, il giovane Mattia si risolve ad accettare un lavoro a Madrid, dove vive Eduard, il suo compagno. Il quale però all'improvviso telefona per dire che arriverà a Roma quella sera, molto felice di poter conoscere i genitori di Mattia. Panico e paura dilagano. Due amici di Mattia (Giacomo detto Alba Pailettes quando la sera si esibisce in un locale gay; e Stefania) lo confortano e lo aiutano nel tentativo di evitare l'incontro. Ostacoli ed equivoci si susseguono senza tregua. Alla cena Eduard non è presente ma Mattia trova finalmente la forza per far conoscere la propria situazione. Con sorpresa apprende che i genitori avevano già capito e a loro volta non sapevano come affrontare l'argomento.
Valutazione Pastorale
L'omosessualità nei giovani è argomento ormai sempre più presente nelle storie italiane, visto sotto sfumature differenti. Qui il taglio scelto è quello della commedia italiana più tradizionale e antica: quella degli equivoci, degli imbarazzi, delle macchiette di contorno. Un clichè un po' datato, imperniato su comicità, gag varie, umorismo a corrente alternata, sequenze che, per certificare la 'modernità', mostrano ciò che sarebbe preferibile tenere in forme meno invadenti. Offrire occasione di soddisfazione per tutti è il limite più evidente di questo copione. Da una parte quindi passaggi inutilmente spinti, dall'altra qualche innegabile notazione interessante: la scoperta che i genitori 'sapevano' e la constatazione di un reciproco, dignitoso disagio nel parlarne. Momenti azzeccati e altri meno riusciti inn un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso e segnato da scabrosità.
Utilizzazione
più che nella programamzione ordinaria, il film si consiglia per un utilizzo mirato, anche per affrontare con un racconto comunque leggero un argomento delicato e di non facile accettazione, soprattutto nel rapporto genitori/figli.