
Presentata alla 17a Festa del Cinema di Roma (2022)
Interpreti e ruoli
Marco Giallini (Bartolomeo "Meo"), Giulia Bevilacqua (Teta), Filippo Timi . (Giordano Bruno), Giuseppe Battiston (Papa Alessandro VI), Denise Tantucci (Beatrice Cenci), Sergio Rubini (Principe Accoramboni), Antonio Bannò (Gioacchino), Andrea Sartoretti (Eugenio), Massimo De Lorenzo (Duilio)
Soggetto
Roma, 1829. Bartolomeo, Meo, Proietti è un uomo facoltoso nato da umili origini. Divenuto un ricco possidente, Meo è intenzionato a ottenere il titolo nobiliare di principe, pianificando delle nozze con la figlia del principe Accoramboni. Avaro, spregiudicato e apparentemente insensibile, Meo quando si trova sul punto di pagare la dote per il matrimonio viene assalito in sogno da tre visioni: Beatrice Cenci, Giordano Bruno e papa Alessandro VI. Fantasmi o proiezioni della propria coscienza, Meo è chiamato a fare i conti con la sua esistenza…
Valutazione Pastorale
Romano classe 1968, Edoardo Falcone è uno sceneggiatore di commedie brillanti, che ha esordito come regista nel 2015 con “Se Dio vuole”, firmando poi “Io sono Babbo Natale” (2021), l’ultima interpretazione di Gigi Proietti. Alla 17a Festa del Cinema (2022) ha presentato un film che ne segna di fatto la piena maturità artistica: “Il principe di Roma”, scritto insieme a Paolo Costella (il soggetto è condiviso con Marco Martani), un riuscito mash-up tra “Canto di Natale” di Charles Dickens e i film “Nell’anno del Signore” (1969) di Luigi Magni e “Il marchese del Grillo” (1981) di Mario Monicelli.
La storia. Roma, 1829. Bartolomeo, Meo, Proietti (Marco Giallini) è un uomo facoltoso nato da umili origini. Divenuto un ricco possidente, Meo è intenzionato a ottenere il titolo nobiliare di principe, pianificando delle nozze con la figlia del principe Accoramboni (Sergio Rubini). Avaro, spregiudicato e apparentemente insensibile, Meo quando si trova sul punto di pagare la dote per il matrimonio viene assalito in sogno da tre visioni: Beatrice Cenci (Denise Tantucci), Giordano Bruno (Filippo Timi) e papa Alessandro VI (Giuseppe Battiston). Fantasmi o proiezioni della propria coscienza, Meo è chiamato a fare i conti con la sua esistenza…
“Il principe di Roma” è una commedia a sfondo storico dal chiaro ritmo e dalla buona dinamica narrativa, sorretta da un cast solido a partire da Marco Giallini, che mette in campo un’interpretazione spumeggiante, tesa a omaggiare in maniera puntuale Alberto Sordi, Nino Manfredi e Gigi Proietti. Accanto a lui brilla Giulia Bevilacqua, nel ruolo della domestica Teta; gustose, poi, le tre performance dei fantasmi dickensiani, su tutti quella di Filippo Timi.
Falcone fa dunque centro con una storia marcata dalla leggerezza della commedia popolare, declinata però con acuti richiami alla tradizione cinematografica, i citati “Nell’anno del Signore”, “Il marchese del Grillo” e “Rugantino”. La sua regia, come pure la scrittura, si muovono solide e spedite, senza timori di confronti con ingombranti modelli del passato. Funziona, poi, l’ambientazione romana di inizio ‘800, grazie anche alle belle scenografie di Paola Comencini e ai costumi di Mary Montalto. Proposta di certo godibile e convincente, “Il principe di Roma” è consigliabile, brillante, per dibattiti.
Utilizzazione
Indicato per la programmazione ordinaria, il film è adatto per un pubblico familiare; un favola sociale utile anche per occasioni di approfondimento e dibattito.