
Sogg.: basato sui personaggi creati da Wes Craven - Scenegg.: Rachel Talalay, Michael De Luca - Fotogr.: (panoramica/a colori) Declan Quinn - Mus.: Brian May, Bonnie Greenberg, Jill Meyers - Montagg.: Janice Hampton - Dur.: 86' - Produz.: Aron Warner, Robert Shaye
Interpreti e ruoli
Robert Englund (Freddy Krueger), Lisa Zane (Maggie Burroughs), Yaphet Kotto, Shon Greenblatt, Lezlie Deane
Soggetto
Freddy Krueger, ex bidello di Springwood un uccisore di bambini processato per i suoi delitti e messo a morire dentro la caldaia della scuola, è ancora vivo e compare negli incubi notturni degli adolescenti: chi dorme e non riesce a destarsi è perduto. Ne sa qualcosa il giovane John, travolto nei sogni in avventure orripilanti, tanto da credersi perfino figlio di Freddie Krueger, il quale invece ha lasciato una figlia, Maggie, che a suo tempo, avendo lui soppresso la moglie (e la piccola ha assistito alla scena) è stata adottata. Costei ora è psicologa in un riformatorio e ad un certo momento cade nella rete del padre, che l'ha sempre morbosamente voluta per sé. Degli incubi sono preda John, Spencer e una ragazza (Tracy), fuggiti dal riformatorio dove Maggie opera in collaborazione con un negro, per il quale i sogni sono il mondo del Male che domina nei cervelli e genera mostruosità. Per distruggere Krueger tocca alla figlia di mobilitarsi. Su consiglio del collega di colore, essa deve "penetrare" nel cervello di papà e batterlo sul suo terreno, rivivendo così la propria infanzia e i traumi relativi, ridestando memorie rimosse e affrontando con coraggio paure e prove durissime. È l'unico modo per fermare la strage di Springwood. Maggie, aiutata da Tracy, e armandosi degli artigli di acciaio di cui Krueger è dotato (con tanto di lame di rasoio al posto delle dita) riesce ad eliminare il presunto padre.
Valutazione Pastorale
un film dell'orrore giunto al sesto episodio diretto questa volta da una regista donna, Rachel Talalay. Di rilievo per gli amatori del filone orrifico (i trucchi e le invenzioni effettistiche, con movimenti di macchina piuttosto curati ed una fotografia spesso livida). Sotto questo profilo, il vecchio horror terrificante si rivela quasi intellettuale, pronto a sfruttare l'ausilio anche di computer e videogiochi e a raffinare il Male quel Freddie celebre sugli schermi per il suo ghigno con seduzioni tecnologiche. Ciò precisato, il prodotto resta pur sempre il parto di fantasie malate, che riciclano vecchi motivi pescando nei sedimenti di paure e traumi infantili rimossi. Il sogno non è più l'attributo naturale di un riposo corroborante, ma una palude di incubi e di angosce, per salvarsi dalle quali bisogna non dormire mai per non morire o non impazzire. Il film è inaccettabile per la sua tematica: la psicologa che, ricorrendo ai consigli del collega-sciamano, uccide il padre (senza poi considerare le venature incestuose dell'amena faccenda) starebbe a dimostrare che il Male va combattuto e vinto con le sue stesse armi. Tesi, questa, pericolosa e negativa, anche a volere ignorarne le immagini di torture, rasoiate e trapanazioni.