
Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg.: tratto dal racconto "I labirinti della memoria" di Philip K.DicK - Scenegg.: Dean Georgaris - Fotogr.(Scope/a colori): Jeffrey L.Kimball - Mus.: John Powell - Montagg.: Kevin Stitt, Christopher Rouse - Dur.: 130' - Produz.: John Davis, Michael Hackett, John Woo, Terence Chang.
Interpreti e ruoli
Ben Affleck (Michael Jennings), Aaron Eckhart (Rethrick), Uma Thurman (Rachel Porter), Paul Giamatti (Shorty), Colm Feore (Wolfe), Joe Morton (Dodge), Michael C.Hall . (Klein)
Soggetto
Michael Jennings è un ingegnere molto apprezzato capace di sviluppare innovativi progetti per aziende del settore tecnologico. Alla fine di ogni incarico, Jennings accetta di subire la cancellazione della memoria in modo da non correre il rischio di divulgare i segreti delle compagnie per cui ha lavorato. Per questo viene pagato profumatamente. E anche l'incarico che ha accettato dall'amico Rehtrick si svolge secondo le consuete modalità. Dopo un progetto durato tre anni, Jennings si presenta in banca per ritirare il compenso pattuito di 92 milioni di dollari, ma l'impiegata gli spiega che non c'é, avendo lui volontariamente rinunciato al denaro. Invece gli viene consegnata una busta piena di venti strani oggetti. Privato come da contratto della memoria, Jennings non sa come fare per difendersi e replicare. Solo scoprendo a poco a poco che quegli oggetti sono legati al suo passato e ricevendo l'aiuto di Rachel, la biologa con cui ha lavorato e che ha amato, Jennings può organizzare un contrattacco e riuscire a ricostruire i fatti. Il tutto in una corsa contro il tempo, perchè Rethrick cerca di eliminarlo definitivamente.
Valutazione Pastorale
Morto nel 1982, Philip K. Dick ha scritto una trentina di romanzi e oltre 100 racconti nell'ambito della fantascienza. Proprio nel 1982 é uscito "Blade runner", che ha inaugurato una felice stagione di rapporti tra lo scrittore e il cinema. Dopo "Atto di forza" di Paul Verhoeven e "Minority report" di Steven Spielberg, ecco John Woo tornare ad un nuovo adattamento cinematografico. L'estetica asciutta, fredda e incalzante di Woo, nato in Cina trasferitosi ad Hong Kong e dagli anni Novanta negli USA, trova opportuna collocazione nei chiaroscuri delle pagine di Dick: il risultato è una azzeccata miscela di fantascienza dentro la quale l'idea di futuro non appare poi così lontana. Appartiene agli esempi migliori del genere il tenere alto l'interrogativo su cosa si debba intendere per futuro, e se sia ancora l'essere umano a costruirlo. Centrale in tutto questo percorso è il tema della memoria, che divide l'uomo pensante dall' uomo schiavo. Senza memoria non c'é futuro. Un po' troppo adagiato su toni facilmente spettacolari nella seconda parte, il film tuttavia risulta di interesse, per gli argomenti che affronta e per i rischi delle possibilità scientifiche cui ci mette di fronte. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e senz'altro problematico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come proposta valida sui rapporti cinema/letteratura/fantascienza. Qualche attenzione per i minori in vista di passaggi televisivi, e utilizzo di VHS e DVD.