
Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Paolo Sorrentino - Fotogr.(Scope/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Pasquale Napoletano - Montagg.: Giorgio Franchini - Dur.: 100' - Produz.: Domenico Procacci, Nicola Giuliano, Francesca Cima, Angelo Curti.
Interpreti e ruoli
Toni Servillo (Titta Di Girolamo), Olivia Magnani (Sofia), Adriano Giannini (Valerio), Raffaele Pisu (Carlo), Angela Goodwin . (Isabella)
Soggetto
Da otto anni Titta Di Girolamo, fiscalista napoletano, vive in un hotel del Canton Ticino. Qualche telefonata alla moglie e ai tre figli in Campania si risolve in dialoghi smozzicati e rapidi. Obbligato dalla camorra a controllare e garantire che vada a buon fine il riciclaggio di denaro nelle banche svizzere, Titta attraversa lunghi periodi di solitudine, trascorsi tra la hall e il bar dell'albergo, a fumare, ad osservare, a scoraggiare chiunque cerchi di parlare con lui. Per Titta però sta arrivando il momento di non ritorno. Rifiutandosi ogni giorno di rispondere al saluto della barista Sofia, che pure guarda con un certo interesse, Titta infine si attira una sfuriata della ragazza, che per lui diventa la molla decisiva. Una forte somma di denaro sparisce. Titta dice che lui l'ha smarrita ma non l'ha presa. Gli viene dato un ultimatum per riportarla. Titta regala a Sofia una macchina, poi le rivela tutto di sé e le da un appuntamento. Il giorno dopo Sofia ha un incidente di macchina, non può arrivare in tempo. Titta non la vede, l'ultimatum é scaduto, si lascia prendere e legare in una colata di cemento. Qui lentamente affoga e muore.
Valutazione Pastorale
E' un personaggio che rimarrà a lungo impresso nella memoria questo Titta Di Girolamo (interpretato con scavato vigore da Toni Servillo): uomo deluso, reso ostile dalle vicende della vita e tuttavia non del tutto arido, anzi capace di far emergere dal fondo del proprio raziocinio la lucidità di uno scatto d'orgoglio, la rabbia di una reazione tanto calma quanto intensa, in grado di sostenere un dolore all'apparenza insostenibile. Piccolo ingranaggio nella camorra che fabbrica morte, Titta vive da morto ma intuisce di poter morire finalmente sentendosi vivo. In un'esistenza sterilizzata, costretta a reprimere le emozioni, le conseguenze dell'amore (bellissimo titolo) irrompono e aiutano a ricostruire un'etica esistenziale a lungo rifiutata. Accanto, e in parallelo, nel racconto si parla di potere, di connivenza, di amicizia, di mente e cuore. Un film di peso, di pregio (supportato, oltreché dall'interpretazione, da una nitida ambientazione e da una appropriata colonna sonora) che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, complesso e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da recuperare in molte circostanze, come esempio di prodotto italiano valido, robusto, convincente. Qualche attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.